Giornata sulle religioni - ISCOM, 26 ottobre 2022

 

Giornata di studio sulle religioni

Costruire la pace:
la presenza pubblica della religione

Roma, mercoledì 26 ottobre 2022

Locandina | volume degli atti

PRESENTAZIONE

La religione, qualunque essa sia, tende a permeare ogni dimensione dell’esistenza, sia gli aspetti più personali sia quelli legati alla sfera politica e sociale. Con l’effetto, tra gli altri, di favorire la formazione di gruppi sociali, tra le componenti più rilevanti della società civile che contribuiscono a definire l’identità di un popolo e a influenzare le relazioni tra i Paesi. 

Costruire la pace: la presenza pubblica della religione è il tema della Giornata di studio promossa dall’Associazione ISCOM, insieme con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”*, per riflettere sul ruolo e sulla funzione di diverse tradizioni (Ebraismo, Islam, Cristianesimo, Induismo), con particolare riguardo alla geopolitica, l’istruzione, i luoghi di culto, gli ordinamenti giuridici e il pluralismo culturale e politico. Con il proposito di favorire un dialogo fecondo di pace e di libertà. 

 

LA GIORNATA IN PILLOLE

Quale che sia la strada percorsa da ciascuna delle tradizioni religiose e quali che siano le risposte da ciascuna trovate, ciò che esse condividono come nucleo essenziale della loro presenza è la fede: quella disposizione naturale nell'essere umano a individuare un soggetto Altro come autore/custode delle risposte alle proprie domande. Un Altro misterioso, superiore, attraente/pauroso, origine della vita e garante della vita. Marta Brancatisano

Nel ricordare il sacrificio di numerosi colleghi giornalisti uccisi in teatri di guerra in nome della libertà di stampa, per la verità e e la pace tra i popoli e le Nazioni, auspichiamo nel giorno della fiducia al nuovo Governo di poter illustrare quanto prima le nostre proposte sui problemi legati all’informazione, in particolare di quella professionale che costituisce l’architrave di ogni democrazia moderna: diffamazione, querele intimidatorie, minacce e aggressioni, precarietà della lavoro, riforma della legge professionale. Paola Spadari

“La pace su di voi”, che tanto ricorda il francescano “il Signore ti dia pace”: la fratellanza in un saluto, primo momento di contatto fra due uomini. Ricordo l’accordo del 12 maggio 2020 scorso, firmato dal Centro Islamico e la Pontificia Academia Mariana Internationalis che vede nella figura della Madre di Gesù, il punto di partenza di una riflessione teologica che si arricchisce grazie al contributo espressione del monoteismo abramitico. Abdellah Redouane

Siamo sull'orlo di un conflitto nucleare a causa di una tradizionale guerra di conquista territoriale di stile ottocentesco frutto della decisione di un dittatore. Non è una guerra "tra due popoli". La pace è un percorso che va costruito ogni giorno e che nasce da sentimenti e progetti nuovi: non può essere la resa del più debole, né portare all'indebolimento dei valori sui quali si fondano le democrazie europee. Se non sono fuorviate dagli integralismi o da commistioni con il potere politico le religioni possono diventare veri laboratori di di pace. Giovan Battista Brunori

Nelle Scritture ebraiche le scelte concrete di vita sono le premesse indispensabili perché la pace venga donata dall'alto. La pace è quindi frutto della collaborazione tra gli esseri umani e la Divinità. Le religioni favoriscono o ostacolano la pace?  I testi fondativi delle diverse tradizioni contengono passi che sono problematici: i canoni certo non possono essere cambiati, però quello che può cambiare è l'interpretazione di tali passi. Il dialogo tra le religioni è una delle condizioni perché vi sia la pace nel mondo. Guido Coen

Il Cristianesimo ha in sé una parola di pace per l'umanità. Tale verità si collega al rapporto intrinseco tra natura divina e natura umana. Non soltanto Dio non è distante dall'uomo, ma appartiene intimamente al senso della sua esistenza, ma è l'uomo steso che scopre la propria dignità naturale nel rapporto con il divino. Non a caso, Tommaso d'Aquino ha parlato di un "Dio che è uomo" ma anche di un "uomo che è Dio". Di qui il messaggio di pace che il Cristianesimo apporta come svelamento dell'universalità divina dell'essere umano. Benedetto Ippolito

Nel sanatana dharma tutto conduce all'Uno: il sostrato da cui tutto emerge e a cui tutto ritorna. La manifestazione, tuttavia, poggia sulla dualità, simboleggiata dalla continua lotta tra il dharma, l'ordine, il bene, e l'adharma, l'egoismo. Più i pensieri, le azioni e le parole sono aderenti al dharma, più si diviene sukrita, "fautori di bene". La realizzazione dell'ahimsa o shanti, la pace, costituisce il fil rouge che lega le Scritture induiste, a partire dai Veda fino ai testi superiori di cui la Bhagavad Gita rappresenta l'emblema massimo. Alla non violenza elogiata dai Testi figure quali R. Tagore o Mahatma Gandhi seppero dare voce divenendone modelli in vita. Svamini Shuddhananda Ghiri

L'insegnamento della religione, con la sua ricomparsa nello spazio pubblico che spesso testimonia un ritorno a valori fideistici ma anche la presenza di una funzione identitaria religiosa soprattutto per i soggetti immigrati, dovrebbe prendere in esame tematiche trasversali affrontate in modo interdisciplinare. In questo compito gli apporti fondamentali potranno essere forniti da discipline come l'antropologia, le scienze sociali e la storia. Antonella Castelnuovo

L'insegnamento religioso nella scuola pubblica italiana ha rappresentato un elemento di continuità nella sua evoluzione storica, plasmando un modello di scuola pubblica laica ma aperta e inclusiva, là dove l'attuale quadro normativo che regola la materia deve misurarsi con le urgenti sfide del nostro tempo, quali il crescente pluralismo religioso della società italiana, il processo di integrazione europea e quello di globalizzazione. Paolo Cavana

L'insegnamento nella scuola pubblica può essere veicolo di ricchezza per la diversità e il pluralismo se rifugge dalla tentazione di una mera trattazione storico religiosa in cui le commistioni con aspetti sociali e di potere rischierebbero di ammantare le fedi di stereotipi. Anche la stesura dei testi scolastici dovrebbe poter essere "approvata" dalle diverse comunità di fede per assicurarne una trasmissione corretta. Auspicabile inoltre una formazione laica degli educatori, garantendo obiettività e il non proselitismo, e trasmettendo la bellezza delle diverse fedi attraverso un contatto diretto con le rispettive comunità. Le religioni sono materia viva e così devono essere proposte ai ragazzi, non come reperti archeologici! Ghita Micieli de Biase

Dalla sua nascita l'Islam e suoi fedeli sono stati sempre nella sfera pubblica. L'Islam non è una religione ma un Din, cioè il codice della vita. Sono nato in Pakistan, in una famiglia sunnita musulmana con ben presente l'importanza delle leggi islamiche, la centralità della persona nella umma (la comunità islamica), la famiglia allargata e la differenza tra privato e pubblico. L'Islam e la convivenza con le altre religioni, il mosaico delle culture e lingue nel mondo islamico. La nostra relazione con la natura e il concetto dell'aldilà. Ahmad Ejaz 

La neutralità delle istituzioni deve essere partecipata ed esprimere la laicità dello Stato non come una lontananza ma come equivicinanza. In questa società sempre più plurale, lo Stato ha l'onere e l'onore di favorire la vita delle religioni e della loro integrazione reciproca per evitare processi di "ghettizzazione". Crocevia ideale per questo incontro è il luogo di culto. Uno spazio in cui i fedeli operano il servizio per il bene comune della collettività, in cui si interviene per l'inclusione sociale dei più fragili, per aiutarsi e sostenersi reciprocamente sia da un punto di vista spirituale sia materiale. Per avvicinarsi e superare un'innata paura dell'altro è assolutamente necessaria la conoscenza. Marco Mattiuzzo

Il principio di laicità postula la eguale compresenza, anche simbolica o esteriore, di ciascun credo religioso, orientamento etico o convincimento agnostico (ove concretamente compresenti in una data comunità sociale e purché in linea con i suoi valori etico-giuridici fondamentali). Tra cui, dunque, la presenza del crocifisso in un'aula scolastica (od in un altro luogo pubblico), che, peraltro, rappresenta anche valori umani assolutamente fondamentali per la società: l'amore di chi ha dato la vita per gli altri, il sacrificio per servire e per amare, la libertà e la giustizia. Valori che, sotto l'aspetto propriamente umano e sociale, sono, innegabilmente, condivisibili da tutti. Giovanni Doria

La Halakhah comprende l'intero sistema giuridico ebraico, le cui fonti sono in primo luogo la Torah scritta (il Pentateuco), poi i Neviim (gli scritti dei profeti) e i Ketuvim (gli agiografi), e la Torah orale, ossia il Talmud e la Qabbalah. La Halakhah è un ostacolo al pluralismo e alla libertà religiosa? Per rispondere a questa domanda riprendo il pensiero di due rabbini che sono anche filosofi: Rav Elia Benamozegh (Livorno 1823-1900) e Rav Jonathan Sacks (Londra 1948-2020). Entrambi sottolineano che nella Torah sono presenti sia una dimensione particolaristica, sia una dimensione universalistica. Marco Cassuto Morselli

Il principio maestro del diritto indiano è il dharma, il "codice", la "norma", che oltre ad indicare il codice di condotta è via e meta esso stesso. La forza della legalità che vincola l'individuo è l'autorità morale deldharma interpolato allo stesso tempo alla legge eterna, che mantiene l'equilibrio dell'universo (sanātana-dharma), alla legge civile per il bene comune, loka-kshema, e alla vita di ciascun individuo, sva-dharma. Perciò l'autorità del dharma, come legge che governa la società, è direttamente connessa con l'ordine universale. Se illuminato dalla luce del dharma il diritto, almeno nelle sue aspirazioni ideali, non potrà mai essere di ostacolo alla libertà altrui, ma diverrà forziere di ricchezze e armonia per la buona e pacifica convivenza. Svamini Hamsananda Ghiri

La Chiesa tutela il diritto alla libertà religiosa in una duplice dimensione: esterna e interna. Nella prima essa chiede agli Stati di garantire a tutti gli uomini il diritto di professare liberamente la propria fede. Da altra prospettiva, il diritto canonico tutela, attraverso un sistema di diritti e doveri, il corretto svolgimento della vita cristiana dei battezzati in vista della salus animarum, fine ultimo della Chiesa, ponendosi così come strumento positivo di tutela per quanti si professano cattolici. Costantino-M. Fabris

Tra i temi del dibattito pubblico dal mio punto di vista più interessanti, quello relativo al binomio Religione e Politica ha conosciuto in Italia una nuova narrazione nella campagna elettorale e nel post voto del 25 settembre. Il mezzo più efficace di cui i credenti dispongono per tutelare la libertà religiosa è quello di esercitarla in tutte le sue dimensioni ed espressioni (dal culto pubblico alla testimonianza negli ambienti di vita, dalle iniziative culturali educative e politiche alle opere sociali), unitamente al discernimento tra chi sfrutta la fede per raccogliere voti e chi la vive nello svolgimento del proprio mandato. Antonino Piccione

 

PROGRAMMA

9.30       Saluto d’apertura
              Marta Brancatisano, Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”
              Paola Spadari, Consigliera segretaria dell’Ordine nazionale dei giornalisti
 
PRIMA PARTE
Modera Giovan Battista Brunori, RAI
 
9.35       Costruire la pace: i percorsi formativi nei testi sacri
               e nelle tradizioni religiose
             
              Guido Coen, UCEI
              Abdellah Redouane, Istituto Culturale Islamico
              Benedetto Ippolito, Università Roma Tre
              Svamini Hamsananda Ghiri,
              Vicepresidente Unione Induista Italiana - Sanatana Dharma Samgha
 
10.30     L’insegnamento delle religioni nella scuola pubblica.
              Principi e applicazioni
             
              Antonella Castelnuovo,
              docente di Mediazione Linguistico-culturale, La Sapienza
              Abdellah Redouane, Istituto Culturale Islamico
              Paolo Cavana, LUMSA
              Ghita Micieli de Biase, Unione Induista Italiana di Roma
 
11.15     intervallo
 
SECONDA PARTE
Modera Antonino Piccione, ISCOM
 

11.30     Simboli religiosi e neutralità delle istituzioni. I luoghi di culto

              Giovanni Doria, Professore Ordinario di Diritto Civile,
              Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
              Ahmad Ejaz, consigliere di amministrazione,
              Centro Islamico Culturale d'Italia
              Marco Mattiuzzo, Unione Induista Italiana
              Sanatana Dharma Samgha

 
12.30     Dharma Shastra, Halakah, la Sharia, il Diritto canonico:
              strumenti di diritto positivo a tutela della libertà religiosa
              oppure ostacoli al pluralismo?
             
              Marco Cassuto Morselli, Presidente Federazione
              delle Amicizie ebraico-cristiane in Italia
              Ahmad Ejaz, consigliere di amministrazione, 
              Centro Islamico Culturale d'Italia
              Costantino Matteo Fabris, Università Roma Tre
              Svamini Hamsananda Ghiri, Vicepresidente Unione Induista Italiana
              Sanatana Dharma Samgha
 
13.30      Fine giornata
 

ISCRIZIONE

a) per gli iscritti all'Ordine dei giornalisti, l’iniziativa è gratuita previa registrazione su www.formazionegiornalisti.it;
b) per i non iscritti all'Ordine dei giornalisti, si richiede la previa registrazione tramite e-mail a info[at]iscom.info, indicando nome, cognome, professione, nome evento.

 

LUOGO

L'incontro si svolge presso l'Aula Magna "Giovanni Paolo II" della Pontificia Università della Santa Croce, piazza di Sant’Apollinare 49, Roma.

 

COMITATO ORGANIZZATORE

Marta Brancatisano (Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”)
Manuel Sanchez (presidente ISCOM, Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”)
Antonino Piccione (caporedattore ISCOM, Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”)

 

CONTATTI

apiccione[at]libero.it – Tel. 066867522

*Gruppo di lavoro attivo presso la Pontificia Università della Santa Croce. Ne fanno parte giornalisti, accademici, esponenti di diverse realtà religiose (cristiani, ebrei, musulmani, induisti, buddisti, ecc.), con lo scopo di promuovere – attraverso seminari e pubblicazioni - l'eccellenza nella comunicazione su religione e spiritualità nei media, e favorire la comprensione del fattore religioso nel contesto sociale e nell’opinione pubblica.

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